Il vino abruzzese nell’ultimo decennio ha ottenuto consensi internazionali di mercato e di critica su riviste, guide e nei principali concorsi enologici di tutto il mondo. Si tratta di un successo al quale hanno contribuito diversi fattori, primo fra tutti la scelta di puntare sulla valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni più importanti, in particolare il Montepulciano e il Trebbiano abruzzese, ma più di recente, anche su altre varietà minori come Passerina, Pecorino e Cococciola. Il Montepulciano, di cui si hanno notizie certe della sua presenza in Abruzzo sin dalla metà del ’700, è oggi considerato uno dei grandi vitigni autoctoni a bacca rossa d’Italia e costituisce la base del Montepulciano d’Abruzzo DOC (che conta anche la tipologia Cerasuolo). Il Cerasuolo prende il nome dal colore rosa ciliegia che si ottiene dalla breve macerazione a freddo che non supera mai l’arco di una notte; è un vino fresco dai profumi di frutta rossa, particolarmente apprezzato per la sua piacevolezza e la sua buona bevibilità. Il bianco per eccellenza è il Trebbiano d’Abruzzo, dal colore giallo paglierino, che si caratterizza per la freschezza olfattiva e gustativa su note floreali e di mela matura. Sfumature più accentuate, con toni agrumati e di erbe di campo, regalano invece i buonissimi bianchi da uve Malvasia, Cococciola e Pecorino. Un posto a parte merita il vino cotto. Molto considerato nelle occasioni speciali, è un vino da dessert già noto ai romani. Ancora oggi, soprattutto nell’entroterra, alla nascita dei figli viene messo ad invecchiare in una piccola botte di legno che sarà aperta anni dopo in occasione del loro matrimonio.