Comune di Taranta Peligna

Piazza Municipio, 5,

Borgo di circa 360 abitanti ubicato in un’area montana, a 460 m s.l.m., a Taranta Peligna si confezionano caratteristici tessuti che dal loro luogo di origine prendono il nome di “tarante” o “tarantole”.
Le prime notizie storiche sul comune risalgono al XII secolo. Nel XIII secolo fu feudo di Berardo di Acciano e di Enrico di Portella, nel XV secolo fu dei Caldora e successivamente dei Malvezzi, aristocratici bolognesi. Nel XVIII secolo fece parte dei beni della famiglia d’Aquino, che lo tenne fino al termine della feudalità.
Il suo territorio ha rappresentato uno dei piccoli miracoli dell’Abruzzo interno: le sue fabbriche, che lavorano la lana e impiegavano nel passato l’acqua del fiume e poi l’energia elettrica per far muovere le macchine, hanno prodotto tappeti, arazzi e soprattutto coperte con disegni tradizionali abruzzesi. La produzione e commercializzazione delle “tarante” ha costituito un elemento fondamentale dell’economia locale. L’importanza della lana rivive anche nel culto di San Biagio: i resti della chiesa dedicata al protettore dei lanaioli conservano uno splendido portale cinquecentesco decorato con scene religiose.
Lungo il fiume si incontrano i lanifici, verso la zona dannunziana delle Acque Vive lungo le rive delle piccole sorgenti che confluiscono nell’Aventino.
Prendendo la Statale Frentana verso Palena, si incontra la deviazione che porta alla cabinovia che conduce all’ingresso delle affascinanti Grotte del Cavallone, situate a quota 1.475 m s.l.m. (tanto che Taranta Peligna viene soprannominata la “Città delle Grotte”).

Giorno di mercato: Martedì.

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