Arroccato su una propaggine del monte Pizzuto, a ben 1.172 m s.l.m., Schiavi di Abruzzo, di circa 800 abitanti, è il paese più alto del Vastese.
L’abitato è stato probabilmente fondato da una comunità di Slavi giunta dall’altra sponda dell’Adriatico poco prima dell’anno Mille.
Nel Medioevo vi vantava possedimenti la potente Abbazia di Montecassino. Attorno all’anno Mille le si affiancarono i Borrello, cui seguirono i De Sangro ed infine i Caracciolo, del ramo dei Principi di San Buono.
Tracce evidenti del borgo fortificato si conservano nel centro storico di impianto medievale, che doveva essere dominato da una fortezza di cui rimane testimonianza il nome “Castello”, a indicare il quartiere della parte superiore dell’abitato, dove è anche la Chiesa barocca di S. Maurizio. Ogni palmo del territorio di Schiavi conserva tracce archeologiche più o meno consistenti dell’età del bronzo, dell’epoca sannitica e romana. La testimonianza di maggior rilievo si trova tuttavia in località Torre, lungo la strada provinciale che dal paese conduce al fondovalle del Trigno: qui, in un punto panoramico, si trova l’Area Sacra dei Templi Italici, che conserva alcune tra le migliori testimonianze dell’architettura sannitica.
Tra le tradizioni, famosa è la Spallata di Schiavi, un ballo popolare locale. Nei dintorni del paese è possibile trovare un ottimo e prelibato tartufo, che viene festeggiato in agosto nella “Sagra del Tartufo e pallott casc’e ova (polpette di cacio ed uova)”, tipico piatto abruzzese.
Giorno di mercato: Sabato.