Centro costiero di quasi 5.500 abitanti addossato ad una dorsale collinare, a 122 m s.l.m.
L’abitato si sviluppa linearmente lungo una strada che segue il crinale di un colle; quest’ultimo a sua volta si protende in direzione del mare sfumando nella costa a tratti rocciosa, coperta di vegetazione sempreverde e caratterizzata dall’inconfondibile ordito dei “trabocchi” (ne sono presenti ben quattro), che da tempi immemorabili sfidano la furia degli elementi riuscendo a mantenere il controllo delle reti dei pescatori del posto.
Sembra che la foce del Feltrino ospitasse un importante scalo dei frentani denominato Gualdo e forse ancora attivo nel X secolo d.C. Le fonti del XII secolo individuano nel territorio comunale un possedimento della vicina abbazia di S. Giovanni in Venere, sotto la cui giurisdizione è legittimo supporre che sia rimasto fino agli inizi del Quattrocento quando, per privilegio di re Alfonso V d’Aragona, fu ceduto alla città di Lanciano, interessata a servirsi per i propri traffici del porto locale.
Le lacune che affliggono il patrimonio documentario dei secoli successivi ostacolano i tentativi di ricostruzione storica; alla fine del XVIII secolo il borgo risulta soggetto ai Caracciolo di San Buono.
Nel centro storico, che conserva tracce delle antiche opere di fortificazione, la chiesa di S. Vito propone una facciata in stile tardo-rinascimentale edificata al principio di questo secolo e un sobrio interno ottocentesco. A strapiombo su Capo Turchino si erge l’eremo in cui Gabriele D’Annunzio scrisse “Il trionfo della morte”, ambientandovi la tormentata vicenda di amore e morte dei due protagonisti.
Giorno di mercato: Lunedì (a San Vito Marina) e Venerdì a San Vito centro).