San Salvo, quarta cittadina più grande della Costa dei Trabocchi, contando 20.250 abitanti, è movimentata e ricca di industrie e di attività agricole, commerciali e turistiche. Negli ultimi 50 anni, vista anche la sua posizione costiera (sorge ad appena 100 m s.l.m.), è stata un punto di riferimento importante da un punto di vista occupazionale per l’economia del territorio, tanto che la città è stata inserita nella lista dei Cento Comuni della “Piccola Grande Italia”, vantando un impressionante incremento demografico.
L’origine dell’abitato, localizzabile fra XI e XII secolo, sembra collegata alla colonizzazione dei benedettini e più precisamente alla fondazione di un’abbazia che, per iniziativa dei cistercensi, fu intitolata ai Santi Vito e Salvo. Questa potente casa religiosa esercitò sul feudo un duraturo controllo, sopravvissuto alla cessione del monastero ai celestini di Santo Spirito del Morrone, avvenuta nel 1751. Nel 1798 il territorio sansalvese fu infine reintegrato nel regio demanio. L’abitato, distrutto dai turchi nel 1553, fu abbandonato in seguito a quell’evento ma tornò a popolarsi lentamente nei secoli successivi.
Negli ultimi anni la città si è trasformata in una località turistica moderna e attenta alla salvaguardia dell’ambiente. Il suo centro storico ha il suo fulcro tra i bei palazzi di Piazza San Vitale, dove si possono ancora ammirare alcune pavimentazioni a mosaico e sepolture e prese d’aria di un acquedotto di origine romana. Qui, davanti alla Porta della Terra, è la cellula primaria, il nucleo fondativo della città, rappresentato nel Parco Archeologico del Quadrilatero, una sorta di museo all’aperto, un viaggio a ritroso nel tempo lungo quasi 3.000 anni che ripercorre tutte le fasi di sviluppo della città.
La Chiesa di San Giuseppe, al centro del borgo medievale, con la cappella dove sono conservate le spoglie del Santo Patrono, San Vitale, è altro punto di riferimento centrale nella vita della comunità.
La festa patronale si festeggia il 27 e 28 aprile e il sabato precedente una processione di carri e di trattori addobbati con fiori e nastri rievoca la tradizione di portare il grano al mulino per la macina. Le donne in piazza impastano e cucinano in caldaie di rame le “sagnitelle”, poi consumate collettivamente insieme ai taralli, benedetti durante la funzione religiosa.
Giorno di mercato: Giovedì.