Borgo dell’entroterra di circa 1.200 abitanti adagiato su di un poggio, ai margini di uno sperone roccioso che si prolunga con una robusta torre quadrata, a 430 m s.l.m. Il profilo geometrico del territorio comunale è moderatamente discontinuo: dai morbidi rilievi, su cui è spruzzato il colore argenteo degli olivi, si passa ad una zona di alta collina che veste invece le tinte più cupe della boscaglia. Minimi dislivelli altimetrici caratterizzano la fascia contigua al letto del fiume Sangro, che scorre placido nella campagna coltivata.
Il primo documento che certifica l’esistenza di Roccascalegna è il Catalogo dei Baroni risalente al 1160. È possibile affermare con certezza che il borgo preesisteva già dal periodo longobardo.
Il nome del paese era inizialmente “Rocca Scarengia” derivante, secondo alcuni studiosi, da un nome longobardo di persona “Aschari”, da cui poi “Rocca di Aschari”. Secondo altri, il nome deriva da un suffisso “enn-ia” dal prelatino “scarenna”, col significato di “fianco scosceso di una montagna”. Questa seconda ipotesi sarebbe confermata dalla posizione del borgo.
Nel territorio dove sorge Roccascalegna sono stati rinvenuti diversi reperti di epoca romana oltre che a toponimi dedicati a santi martirizzati nei primi secoli del Cristianesimo, come Santa Vittoria, San Pancrazio, Santa Giusta, e SS. Cosma e Damiano, che indicano una certa continuità abitativa.