Il comune di Pizzoferrato, popolato da poco più di 1.000 abitanti, è protetto da una rupe calcarea che rappresenta la componente più scenografica della sua immagine. Il territorio comunale, a ben 1.251 m s.l.m., si inarca sensibilmente a nord-est, dove le pendici boscose dei monti Pizi imprigionano nella lussureggiante vegetazione i piccoli laghi di Battista e del Molinello. L’abitato, al riparo dalla calura estiva ma anche dai rigori del clima tipicamente montano, gode di una veduta circolare che dal massiccio della Maiella spazia su entrambi i versanti della media valle del fiume Sangro.
Pizzoferrato fu, agli inizi del 1400, feudo della famiglia Caldora. Successivamente passò sotto la giurisdizione dei D’Aquino, ed infine alla famiglia Monaco, ma ancor prima appartenne a Oderisio di Quadri e alla famiglia Borrello.
L’abitato antico si chiamava Pizzosterrato, ma mutò in Pizzoferrato quando i cittadini costruirono una grande porta in ferro per impedire l’accesso al paese ai briganti. Il nucleo originario è disposto su una cresta rocciosa che strapiomba su tre lati, mentre il quarto lato è accessibile tramite un percorso di crinale che aggira l’emergenza orografica e lungo il quale sono disposte le prime edificazioni che si orientano verso valle. L’abitato si attestò quindi sul rilievo maggiore, dove era arroccato l’antico castello, di cui restano alcune tracce a monte della chiesa di Santa Maria del Girone. Le abitazioni vennero, per questo, disposte secondo filari paralleli al di sotto del rilievo terrazzato di S. Maria del Girone. L’abitato, trasferitosi a valle della rupe, si sviluppò poi intorno alla nuova parrocchiale di S. Nicola.
Le altre notizie storiche sul borgo sono scarse. Nel Catalogus Baronum, il paese viene ricordato come Pictum Ferratum. Alcune rovine del borgo fortificato, la chiesa di S. Nicola e la chiesa della Madonna del Girone risalgono al X secolo.
Giorno di mercato: Venerdì.