Borgo di media montagna (sorge a 669 m s.l.m.) popolato fin dalla preistoria, che vive delle attività turistiche e delle residue pratiche rurali. Il suggestivo capoluogo comunale, costituito da file ordinate di case che si dispongono a scalinata, separate appena dalle strette fessure dei vicoli, ospita una larga fetta della comunità dei pennesi, che oggi ammontano circa a 450. Il territorio comunale è esteso in un’area prevalentemente montuosa, vicino alle vette imponenti del massiccio della Maielletta e del monte Cavallo. L’abitato sorge sulla linea di spartiacque fra la rigogliosa vegetazione spontanea e i pochi appezzamenti coltivati: dal suo punto più alto lo sguardo domina il deflusso del fiume Avella verso il fiume Aventino e nelle giornate più limpide coglie anche l’immagine sfocata del mare.
I più antichi reperti affiorati nel comprensorio comunale sono riferibili al periodo preistorico e, insieme alle numerose testimonianze di epoca romana e alto-medievale, provano inconfutabilmente la costante presenza dell’uomo attraverso i secoli. La prima menzione del toponimo, che deriva dalla base latina pinna, ‘roccia’, è contenuta in una fonte del XII secolo, che dichiara l’appartenenza del feudo a Boemondo, conte di Manoppello. Investito successivamente di una notevole importanza strategica, il borgo fortificato conobbe il dominio degli Orsini nel Quattrocento e con tutta probabilità fu infeudato ai Colonna nel XVIII secolo. La parrocchiale, costruita con la pietra bianca della Maiella nel luogo in cui sorgeva l’antica chiesa di San Silvestro, custodisce un crocifisso tre-quattrocentesco su tavola, accanto a dipinti più tardi e di grande pregio artistico.