Sulla sommità di un colle isolato a ben 727 m s.l.m., nei pressi del fiume Treste, Palmoli, borgo di quasi 1.000 abitanti dell’entroterra vastese, si distingue da lontano per il suo Castello, che ne costituisce il punto più avanzato attorno al quale si sviluppa il borgo, dalla tipica forma allungata degli insediamenti di crinale.
Il Castello Marchesale è il monumento più suggestivo e significativo di tutto il territorio e dal 1928 è stato dichiarato monumento nazionale. L’intero complesso fortificato si compone di mura difensive e di un torrione a pianta dodecagonale e ingloba il Palazzo marchesale (del XV secolo) con l’annessa cappella di San Carlo (del XVIII secolo). Il Castello, inoltre, è sede, dal 1978, del Museo della Civiltà Contadina.
All’interno del borgo, ricco di cortili, sottoportici, portali in pietra, lunette e ringhiere in ferro battuto, si trova Ia Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di stile toscano composito, probabilmente annessa ad una chiesa più antica del 1300. Particolarmente ricca di stucchi, quadri, statue e decori, la chiesa accoglie al suo interno la teca di bronzo con il corpo del Santo Patrono di Palmoli, San Valentino Martire.
L’abitato, ricordato per la prima volta nel Catalogus Baronum con il nome di Palmulam, risulta essere stato feudo di Filippo Grandinato, esponente di una prestigiosa famiglia longobarda; fu soggetto dalla prima metà del Quattrocento ai Di Sangro e passò ai Severino-Longo forse alla fine del XVII secolo. L’etimologia del toponimo è controversa: lo si potrebbe con pari verosimiglianza ricondurre alle voci latine palmes, ossia “tralcio di vite” o “ramo d’albero” e palmus, ossia “misura agraria”.
A Palmoli oggi è possibile gustare i salumi tipici del Vastese ed alla Ventricina è dedicata una sagra nel penultimo fine settimana di agosto. Gustosa anche la sagra dello spezzatino d’agnello, il 13 agosto. Giorno di mercato: Martedì.