Piccolissima comunità di montagna formata da appena 80 abitanti, che presenta tra l’altro un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, è concentrata per intero nel piccolo capoluogo comunale, raggruppamento compatto di case in pietra aggrappate al sostegno rassicurante della roccia. Dai rilievi coperti di querceti e di pascoli verdeggianti si dominano la placida distesa del lago del Sangro e a perdita d’occhio gli anfratti e gli scorci nascosti della media valle del fiume Sangro, essendo a 740 m s.l.m. L’abitato affiora dall’ombra dei boschi, che purificano l’aria e offrono refrigerio nei mesi estivi, al termine del lungo periodo di rigori invernali.
Nel Catalogo dei Baroni del XII secolo il sito compare come Monte Santangelo con l’appellativo di Monte Ursario. Questi luoghi sono ora riconducibili a Montevecchio ed alla cima senza nome presso Buonanotte (Montebello sul Sangro). Le notizie storiche parlano di vari feudatari a Monte Santangelo, come il normanno Rainaldo, i francesi Raoul e Matilde de Courtenay, Filippo di Fiandra, Napoleone Orsini, Raimondo Caldora ed i suoi eredi. Secondo la leggenda locale il borgo sarebbe stato abbandonato per un’invasione di formiche. Tra le cause dell’abbandono del villaggio di Montevecchio potrebbe esserci il terremoto del 1456, che potrebbe aver fatto prosciugare le sorgenti locali.
Per notizie più precise e circoscritte di Montelapiano (chiamata allora Montelapidario) bisognerà aspettare la seconda metà del XV secolo, quando nel 1476 entrò a far parte, con altri feudi, della dote di Giovanna III d’Aragona andata in sposa a Ferdinando I di Napoli, per poi essere donata a Fabrizio Colonna. Dopo i Colonna e i Mellucci, originari di Capua, il controllo della piccola universitas passò ai Carafa e successivamente ai Caracciolo.
Dopo la fine del feudalesimo, durante il XIX secolo gli ex principi e baroni, divenuti borghesi benestanti, acquisirono le terre migliori a discapito dei contadini, costretti ad emigrare. Nello stesso secolo si persero le tracce dell’antico castello, sostituito da un palazzo di fronte alla chiesa di Sant’Antonio da Padova in cui si insediarono i principi Caracciolo ed i baroni Mellucci.