Atessa, centro agricolo ed industriale di circa 10.000 abitanti con la più vasta superficie della provincia di Chieti, tra i fiumi Sangro ed Osento, a 433 m s.l.m., lega le su origini alla leggenda dei territori di Ate e Tixa, separati da una pericolosa valle dove un drago sacrificava giovani vittime. Il vescovo di Brindisi, San Leucio, uccise il drago riunendo i due nuclei abitati in Atessa. Nella chiesa di San Leucio, oggi patrono della cittadina, è conservato un osso del drago: si tratta in realtà del frammento fossile di un mammifero preistorico.
Delle origini preromane sono rimasti pochi reperti e qualche iscrizione. La presumibile origine di Atessa risale al V secolo ma la prima citazione è del X secolo, con le fonti dei benedettini, che per diversi secoli ebbero giurisdizione sul borgo. Con l’avvento degli Angioini la città fu contesa tra diverse famiglie; il dominio di Ademazio Maramonte scatenò una sanguinosa rivolta nel XIV secolo. Dal XVI secolo divenne feudo dei potenti Colonna .
Del passato conserva tracce nel portale ogivale della Chiesa di S. Leucio (XIII secolo) , nel convento di S. Maria di Vallaspra (XV secolo) e nelle porte di S. Margherita e S. Giuseppe (XI secolo).
L’orgoglioso passato ha formato una cultura aperta alla discussione e la vicinanza al mare d’estate la rendono viva nelle occasioni d’incontro. Le attività di prosa nell’architettura di un bellissimo teatro d’epoca, la rassegna jazzistica estiva e le attività delle Scuole Secondarie Superiori e del modernissimo CODEMM, un Consorzio Europeo di Istituzioni Pubbliche ed Istituti Universitari, permettono che gli approfondimenti culturali dell’area spesso avvengano in questo importante Comune.
In pianura sono ubicate le moderne frazioni Montemarcone e Piazzano, che ospitano l’agglomerato industriale ed i lavoratori della Val di Sangro negli importanti stabilimenti della Sevel , della Honda Italia e delle innumerevoli aziende presenti.