La Chiesa di Santa Maria Maggiore è la maggiore delle chiese del centro storico di Vasto, anche se il duomo è la chiesa di San Giuseppe. Nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale.
Risale al X secolo e rappresenta il luogo per eccellenza della memoria storica di Vasto.
L’esterno della chiesa è dominato dalla possente mole della torre campanaria, impreziosita da eleganti finestre romaniche, di differente fattura, riccamente scolpite nella pietra bianca nella prima metà del XIV secolo. La torre sorge su un bastione preesistente, tuttora ben visibile, denominato “la Battaglia”, forse perché un tempo adibito a speciale punto di difesa dell’antico nucleo medioevale. La torre copre la facciata della chiesa, alla quale si accede, quindi, dalla navata di destra. La chiesa, prima ancora del 1735, era a navata unica, con soffitto a capriate, e il suo ingresso era laterale su via Santa Maria. Sull’area dell’attuale ingresso principale esisteva invece un portico dove usavano ritirarsi i catecumeni durante la messa, subito dopo la lettura del Vangelo. Di questa costruzione, risalente al 1234, restano due pilastri ottagonali incastrati nel muro perimetrale e completi di basi e capitelli. Fu nel 1785 che la chiesa venne completamente ricostruita a tre navate.
Entrando nella chiesa colpisce subito la bella ed elegante balaustra a valva che immette nella cripta dove sono custodite le spoglie di San Cesario Martire con vesti da guerriero e con un ampolla contenente il sangue donato da Cesare Michelangelo d’Avalos il 3 novembre 1695 ed invocato dai vastesi contro i terremoti. Nella navata destra si osservano le tombe dei d’Avalos e la cappella dove è venerata la reliquia della Sacra Spina, che si vuole proveniente dalla corona di Cristo portata da Luigi IX il Santo a Notre Dame di Parigi, donata da papa Pio IV a Ferrante Francesco d’Avalos attorno alla metà del Cinquecento.
Nella navata sinistra figurano pregevoli dipinti del 1500 delle scuole veneziane di Paolo Veronese e del Tiziano, come “Lo Sposalizio di S. Caterina” e “L’Ecce Homo”. In fondo, “La Madonna del Gonfalone”, anch’essa del 1500 e “Il Battesimo di S. Agostino”, sempre della scuola veneziana. Sulla stessa navata è visibile la statua lignea di Santa Chiara, opera notevole della scuola napoletana.
Altri autentici capolavori d’arte sono: l’altare maggiore realizzato nel 1573 da scultori veneziani, il tabernacolo in rame e argento del 1545, l’Ostensorio di rame dorato della scuola di Nicola da Guardiagrele, un prezioso calice donato dai d’Avalos, il coro ligneo della cantoria ed il pregevole organo del 1719.